
Sinergie Interaziendali
AMBITO
Sostegno alle Imprese
TIPOLOGIA
Iniziativa - Concept
DESCRIZIONE
Questa iniziativa è stata pensata per salvaguardare le imprese in difficoltà ed è caratterizzata dalla possibile aggregazione o "condivisione strategica” di assets (reparti produttivi, macchinari, management, personale addetto, reti di vendita, etc. ), fra imprese nella stessa situazione, merceologicamente compatibili, allo scopo di ridurre drasticamente i costi di produzione e liberare una finanza utile alla ripartenza dell'azienda e per l'avvio di piani di risanamento credibili e sostenibili.
L'attuazione di questo progetto richiede innanzitutto una forte collaborazione da parte di organi ufficiali (curatori fallimentali, commissari giudiziali) ed il supporto di piattaforme informatiche in cui mappare tutte le imprese aderenti, le loro peculiarità, le loro esigenze, i punti di forza e le criticità, e poi tracciare un profilo dettagliato di ogni singola impresa presa in esame.
Un software elaborara i dati di tutte le imprese e li incrocia con l'obiettivo di individuare tutte le possibilità di “compensazione” strategica dei punti di forza e di debolezza delle aziende coinvolte all’iniziativa.
Questo può significare condividere un reparto produttivo, una rete di vendita, un magazzino, investire in un nuovo macchinario piuttosto che lavorare congiuntamente allo studio di nuovi materiali o nuove tecnologie di lavorazione, etc..
Una volta definito un possibile scenario è necessario effettuare uno studio di fattibilità direttamente presso le aziende e poi stendere un piano di lavoro da condividere con le imprese interessate.
L'iniziativa potrebbe contemplare anche operazioni di M&A o, in taluni casi, prevedere la nascita di vere e proprie newco, originate dalle ceneri delle aziende destinate al fallimento.
Per rendere più efficaci queste operazioni sarebbe tuttavia importante la definizione di nuovi disegni industriali o lo sviluppo di nuovi prodotti, possibilmente innovativi o ad alto contenuto tecnologico che maggiormente richiamano finanziamenti e l’ingresso di nuovi soci, italiani o stranieri.
L’assetto azionario di queste nuove realtà potrebbe essere composto dai titolari delle singole imprese coinvolte, quasi sicuramente da ricapitalizzazione attraverso conferimenti in denaro, da beni provenienti dalle imprese “originarie” o dall’ingresso di nuovi soci che possono essere investitori e/o creditori delle società originarie che hanno convertito i loro crediti in quote della nuova società.
Qualora il fallimento fosse invece inevitabile è fondamentale scongiurare la vendita di assets importanti, e sempre presenti all’interno delle imprese fallite, senza prima aver valutato l’auspicabile “riallocazione strategica” di tali beni, nella loro interezza, con l’obiettivo di evitare una vendita frazionata che fa disperdere qualunque valore originario ai beni messi all’asta fallimentare.
Un’ipotesi ancora più interessante sarebbe quella di provare a riaggregare tutti gli assets, anche di imprese già fallite, nel medesimo tentativo di ricompattarli all’interno di realtà già esistenti o appositamente costituite.
Questo progetto dovrebbe essere coordinato e supervisionato da soggetti istituzionali quali Camere di Commercio, Unioni Industriali, associazioni di categoria.
Per quanto riguarda la definizione di nuovi prodotti o nuovi progetti industriali si potrà richiedere il contributo di centri ricerca, università o incubatori progettuali.